“…E un ricordo di me come un incantesimo” – I treni di Tozeur
Sono 17 anni che mi porto appresso questo nome come omaggio e ringraziamento a una delle persone più importanti della mia vita. Con lui ho imparato ad ascoltare la musica, il vero ascolto, non accettare quello che mi arrivava dalla radio o dalla TV, ma leggere e informarmi e andare oltre. Ho imparato a esprimere tutte le mie caratteristiche a migliorarmi e a cambiare. Ho letto tantissimi libri per poter comprendere meglio il suo messaggio.
Avevo 11 anni e attraverso alcune amiche di mia sorella, che frequentavano l’università, mi arrivò tra le mani un ciclostile che, tra le altre cose, parlava di un concerto di questo Battiato. Le cose che scrivevano, per la mia testolina di bambina (bambina non facile eh!), erano sconvolgenti. Andai con questo ciclostile in biblioteca e chiesi di poter ascoltare un disco di questo musicista. Mi fecero ascoltare Fetus e Pollution …non l’ho più mollato. Il primo concerto nel 1982, a Cittadella per il tour de La voce del padrone e l’ultimo poco prima che si ritirasse.
Mi ritengo fortuna di averlo conosciuto, stargli vicino è stato un dono e molto di quello che sono lo devo a lui.
Grazie Franco.
Il giorno dopo la sua morte ho scritto questo:
Io che sto diventando sabbia del deserto, ringrazio i venti che mi cambiano forma e punto di osservazione, un ideale perseguo, anacronistico e ridicolo: il miglioramento“
La linea verticale, i codici di geometria esistenziale, le fughe in diagonale, le meccaniche divine, il moto contrario, noi le abbiamo cantate, ma questo eri tu, le tue sperimentazioni, giungere a un punto e cambiare e poi cambiare ancora, perché hai sempre cercato sopra ogni cosa di andare oltre, di arrivare e di farci arrivare a vette altissime. Ci hai guariti da malattie, da fantasmi di angosce, ci hai insegnato a ridurre le stelle in polvere per non invecchiare, ci hai sollevato da dolori e da sbalzi d’umore e hai voluto vederci danzare e invitati a viaggiare in spiagge solitarie e con tutto questo ci hai resi migliori con un po’ di leggerezza e di stupidità.
In una mattina di maggio, di una primavera che tarda ad arrivare, hai trovato un’ottima occasione per acquistare un paio d’ali e abbandonare il pianeta e ci hai lasciati qui confusi e con il cuore infranto, ma consapevoli che siamo di passaggio e ogni ora del nostro giorno la dobbiamo vivere con la certezza che in ogni istante ci è dato modo di migliorare.
Non ti dimenticheremo mai e continueremo a venirti a cercare e tu, che sei un essere speciale, da laggiù dove tutto è ordine e bellezza continua ad aver cura di noi